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Brexit…Occasione unica per esplorare il nostro IO e riscoprirci: una U e un Imbuto per il nostro futuro emergente [Scoprite la più facile e breve lezione di Theory U e Design Thinking mai scritta]
Di fronte a un evento che non ci soddisfa e/o ci sorprende abbiamo due alternative: fare il downloading dei soliti schemi di pensiero, “scaricare” le usuali visuali e giudizi per replicarli l’ennesima volta, oppure cogliere l’occasione per aprire un Ascolto diverso e vero, per compiere un Percorso Nuovo, per conoscere noi stessi. Ecco come fare, percorrendo un percorso a forma di U e attraversando un Imbuto.
L’esito, per molti inatteso e deleterio, del referendum sulla Brexit ha evidenziato un atteggiamento tipico da parte dei più: il downloading dei soliti schemi di giudizio, un riflesso quasi automatico, un’azione-reazione concretizzatasi anche in una rincorsa di commenti che sottolineavano i limiti e i rischi della democrazia, conditi talvolta da richiami a Hitler, il ricordo della scelta tra Barabba e Gesù, ecc. ecc. La conseguenza di questi atteggiamenti è però, di fondo, un’occasione persa. Un’occasione persa per conoscerci meglio, partendo proprio da noi stessi.
Quando accade qualcosa che ci spiazza e delude, la prima cosa da fare è invece quella di interrompere lo scaricare i soliti atteggiamenti dal passato, i soliti schemi mentali.
Smettere di parlare per il mero piacere di ascoltarsi e ascoltare il dolce suono delle nostre visuali rassicuranti e invece avviare un Ascolto diverso e profondo, un ascolto generativo. Quando ci predisponiamo a questo, siamo pronti per intraprendere un viaggio di scoperta sorprendente, un viaggio che ci può aprire nuove visuali, opportunità inaspettate e cambiamento profondo. Si tratta di un viaggio a forma di U (noto con il nome di Theory U), combinato con l’attraverso di un particola Imbuto (noto come “L’Imbuto della Conoscenza”, del Design Thinking). Vediamo
Un viaggio lungo la U e attraverso un Imbuto
1) Discesa lungo la U
Il primo passo, dall’alto verso il fondo della U, è aprire la mente: sospendere il giudizio e imparare a guardare i fatti non dalla nostra solita visuale, ma da quella degli altri, dalla periferia dei nostri pensieri. Notare i dati discordanti e interrogarsi specialmente su questi, ponendosi le giuste domande.
Aprire la mente significa non semplicemente immaginare cosa gli altri pensano, ma vestire i loro panni, ‘pedinarli’ nelle loro scelte e schemi di pensiero e processi valutativi e decisionali, chiedersi: “E se avessero ragione gli altri?”.
Farsi domande “oneste”, per le quali cioè non si ha la risposta. Evitiamo le “false domande”.
E’ un attivare un’intelligenza razionale. Questa fase in Theory U è chiamata “Seeing”
E’ vero, non è facile: qui troviamo infatti il primo nemico: la voce del giudizio, che tende a riportarci verso il downloading.
Il secondo passo è aprire il cuore: non solo osservare in concreto le esperienze degli altri, ma viverle quasi in prima persona, in modo empatico: cosa ad esempio sperimenta e “vive” un contadino o un imprenditore inglese? E cosa vuol dire “Europa” per un diciottenne di oggi? Forse per lui quelle che a noi sembrano grandi conquiste ed esperienze viste via via crescere (dai trattati di Roma del 1957 in poi), per lui sono solo scomode eredità. Un diciottenne di oggi non ricorda neanche l’attacco alle Torri Gemelle… abbiamo provato a vedere con il cuore queste visuali?
Aprire il cuore vuol dire anche vedere in modo sistemico tutte le relazioni e le interdipendenze, non limitandoci alla visuale del qui e ora, ma vedendo anche lontano nel tempo e distante nello spazio.
Questa fase in Theory U è chiamata “Sensing”.
E’ un attivare un’intelligenza emotiva. Nell’aprire la mente c’è l’essenza più vera e piena del pensiero sistemico.
E’ vero, non è facile: qui troviamo infatti il secondo nemico: la voce del cinismo.
2) Il fondo della U
L’apertura della mente e del cuore ci accompagnano al fondo della U: se abbiamo percorso in maniera corretta i primi due passi, può accadere ora qualcosa di fenomenale: riuscire a vedere il futuro che vuole emergere non più dal passato ma direttamente dal futuro! Si genera un crack, che ci dischiude nuove consapevolezze. E quello che gli anglosassoni chiamano l’insight e che i creativi riconoscono come l’intuizione. Il termine con cui si identifica questa fase in Theory U è “Presencing”: avvertire e rendere attuale un futuro emergente.
E’ qui che sappiamo rispondere a due domande basilari: Chi sono Io? Qual è il mio Ruolo?
Si attiva un’intelligenza “spirituale”.
E’ vero, non è facile: qui troviamo infatti il terzo nemico: la voce della paura. La paura di lasciar andare (vecchi abitudini, modelli mentali, soluzioni sbagliate, ecc.) per accogliere ciò che dobbiamo lasciar venire.
L’apertura di un fantastico imbuto in fondo alla U:
In fondo alla U si apre quello che i destinatari dei miei interventi di facilitazione (e anche i miei studenti) riconosceranno come l’Imbuto della Conoscenza. L’imbuto della Conoscenza è il principio basilare su cui si basa il Design Thinking. Questo imbuto inizia con il Mistery, un’intuizione di qualcosa di nuovo che deve emergere. Questo imbuto, proprio grazie a Theory U può aprirsi nel migliore dei modi.
Poi, i due successivi passi di questo imbuto, saranno Heuristic e Algorithm, che spingeranno il “mystery” verso la sua realizzazione efficace e efficiente. Per questi ulteriori due passi (Heuristc e Algorthm) determinante sarà la risalita lungo la U.
Vediamo
3) La risalita lungo la U
Il nuovo emerso in fondo alla U (il “Mystery” dell’Imbuto della Conoscenza del Desging Thinking) necessita di essere chiarito meglio: è la Cristallizzazione, il primo passo nella risalita lungo la U. E’ qui che ad esempio, nelle Organizzazioni, troviamo l’espressione più autentica del visioning.
Subito dopo, la fase successiva, è la Prototipazione: la nuova idea si conosce e si affina unendo cuore, mani e testa, continuando a sperimentare attraverso il fare e il provare. E’ così che possiamo subito renderci conto delle sue potenzialità e dei suoi possibili sviluppi. E’ quello che nel mio libro “Management by Magic” chiamo “Two days kaizen” (il kaizen applicato alla creatività, all’innovazione e al cambiamento).
Anche la risalita però ci pone dei forti ostacoli, eccoli:
– paralisi da analisi
– iperattività isterica
– bla bla bla
– dolce morire.
Non è naturalmente questo il luogo per approfondire tutto ciò: il mio ” Theory U magia dell’innovazione profonda per competere nel futuro” (Florence Art Edizioni, 2015, il primo libro italiano su Theory U, con casi italiani di successo) contiene tutti gli approfondimenti necessari.libro
La risalita lungo la U deve infine creare i processi, i comportamenti, gli atteggiamenti che permettano di reiterare continuamente il percorso lungo la U, per interrogarsi continuamente, scoprire nuovi Mystery (problem setting), per non rimanere impantanati a metà dell’imbuto in un continuo Heuristic e Algorithm (problem solving).
Per chi è interessato al libro Theory U, la magia dell’innovazione profonda per competere nel futuro, ecco il link su amazon:
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Rino Panetti