Creatività, Innovazione, Leadership, Persone
L’attimo fuggente della creatività. Migliorare la creatività con il “Metodo Natale”
Il Natale dovrebbe essere il tempo del rallentare, dell’indugiare qualche attimo in più restando con i nostri pensieri, accorgendoci delle nostre impressioni per farle lavorare dentro. Invece, come spesso finisce per andare lo sappiamo benissimo: si continua a correre, addirittura accelerando ulteriormente, cambiano solo i motivi dell’affrettarsi.
Non entro nel tema religioso connesso a tutto ciò (che, per i credenti, dovrebbe essere basilare e prioritario). Chiediamoci invece: come questo può avere a che fare con la creatività?
Ebbene, ascoltate un po’: gli studi sul nostro cervello hanno dimostrato che gli attimi che precedono il manifestarsi dell’intuizione sono caratterizzati da una generale attenuazione dell’attività cerebrale (i segnali si riducono sia in ingresso sia tra le diverse onde cerebrali e cambia anche la loro lunghezza d’onda).
Quando svolgiamo un’attività e pensiamo di averla ultimata, ci rilassiamo e così fa il nostro cervello; è proprio in quegli attimi che esso si predispone all’intuizione. Si tratta di uno passo basilare nei processi creativi, quello che in Management by Magic prende il nome di “sedimentazione creativa”, uno dei dieci steps del percorso creativo.
Il cervello ha bisogno di questa “sospensione”, di questo lavorìo, ha la necessità di porre in essere questo “ascolto generativo” per poter poi accendere scintille creative.
Oggi invece sembra che tutto ci spinga a soffocare quegli attimi.
Pensate ad esempio a cosa accade nel nostro agire quotidiano così come nelle nostre conversazioni, oppure durante un corso, o in una riunione. Non appena terminata quella specifica attività (io lo noto sempre più spesso, tra i partecipanti ai miei Workshow), subito ci si tuffa sui telefonini, si scandagliano avidamente le mail, si balza nei social…lasciando inesorabilmente il nostro cervello privo di quella magnifica forza che è l’attimo che precede l’intuizione, quel sostare silente sulla soglia del caos per sviluppare intersezioni creative.
La mia, forte, raccomandazione allora è: curiamo la qualità di quegli attimi fuggenti, mettiamo in condizione il nostro cervello di spalancarci le porte della creatività.
Sin dai tempi delle scuole superiori, mi rendevo conto di quanto fosse prezioso (senza saperne allora le ragioni) il breve tempo che ad esempio dedicavo a riordinare gli appunti subito dopo la lezione: quel semplice “fare restando connessi” mi faceva emergere collegamenti che non avevo colto prima, mi generava domande creative (e, talvolta, risposte creative).
Oggi esistono strumenti e tecniche utili in tal senso (il journaling, ad esempio, ha anche questo effetto collaterale positivo; il modo in cui strutturiamo i nostri seminari, circle, riunioni dovrebbe tener conto anche di questa necessità… un corso non si conclude con l’ultima slide!), ma al di là di queste possiamo comunque fare moltissimo semplicemente ricordandoci del “Metodo Natale”: rallentate qualche attimo, state con quanto è appena accaduto, consentite che la realtà appena vissuta si depositi nella percezione più profonda…e solo dopo, sì, immergetevi nel mondo per contaminarla ulteriormente!
Buon Natale a tutti!
Rino Panetti