Creatività, Innovazione, Leadership, Persone
L’estate, i ravioli…MIGLIORARIAMO LA CREATIVITA’ CON IL JOURNALING
Amo pensare che ognuno di noi possa curare le proprie qualità creative anche con pochi e piacevoli “sforzi”.
Amo pensarlo perché so che è possibile e perché io stesso mi esercito continuamente in questo.
Un modo molto efficace? L’agevole pratica del Journaling. Proviamo a impararla.
La buona notizia è che potete esercitarla ovunque: sotto un albero, nella vostra stanza preferita, in fila, nel silenzio di un biblioteca, in riva al mare, in treno, su una panchina, in aereo, in una camera d’albergo,…
Entriamoci con una illuminante riflessione dell’artista Wim Wenders:
“Solo quando scrivo riesco a pensare fino in fondo. Quando vedo le parole scritte davanti a me, i pensieri si fanno subito chiari. … Se posso vederlo, ciò che ho appena pensato si libera, diventa un’immagine scritta del corso dei miei pensieri e può andare avanti pensare …”
Cos’è dunque, il Journaling?
Logica di fondo del Journaling:
La logica di fondo che lo sorregge è questa: noi non riusciamo a trattenere un pensiero nella mente e intanto pensarne un altro che magari sta per emergere (o “vorrebbe” emergere). In questo, i nostri comportamenti spesso complicano ulteriormente le cose impedendo alle nostre idee di dipanarsi in pieno e in modo efficace.
Pensateci: come ci comportiamo quando emerge un’idea, un pensiero, un’intuizione? Subito la sottoponiamo a giudizio (e magari la scartiamo dopo una sommaria valutazione); solo dopo passiamo alla seconda idea.
Invece, come mi diverto a scrivere in “Theory U, Learning Organizations e Design Thinking. Strategie, strumenti e tecniche per l’innovazione profonda” (in uscita a settembre per FrancoAngeli) con i nostri pensieri dovremmo fare come con i ravioli: non li prepariamo e cuciniamo uno alla volta, ma prima li prepariamo tutti e poi li cuciniamo tutti!
Questo principio basilare per la creatività (anche il brainstorming poggia su esso) è la chiave anche per il Journaling.
Modalità:
Il Journaling è una tecnica che aiuta a pensare e a far emergere in modo spontaneo, pieno e creativo, tutti gli stimoli che possono attraversarci. Questa generazione di idee, a sua volta, contribuisce a generarne di ulteriori, in un rilancio creativo crescente e divergente.
La logica applicativa è quella di “pensare scrivendo”.
Con un’idea in mente da sviluppare (anche solo un’intuizione, un pensiero), scegliete un posto dove poter stare in tranquillità, munitevi di carta e penna (o magari più penne, matite, ecc.) e iniziate il vostro journaling, trascrivendo i pensieri che via via emergono, di getto, evitando la tentazione di giudicarli, di selezionarli, di raffinarli. Questa è infatti una fase divergente, generativa.
Come detto, la tecnica si basa sul “pensare scrivendo”: non dovete quindi pensare, riflettere e poi scrivere (trascrivere) ciò che avete pensato e ciò su cui avete riflettuto. Occorre tenere la penna sempre in movimento, scrivere di continuo via via che i pensieri affiorano nella vostra mente e poi vedere ciò che emerge.
Nei giorni successivi, la rilettura di quanto contenuto in quei fogli potrà determinare ulteriori rilanci, così come potreste individuare specifici passaggi sui quali magari applicare nuove sessioni di journaling o qualcun’altra delle innumerevoli tecniche creative utili per proseguire il processo generativo.
Non potete immaginare la forza di questa semplice tecnica!
Negli anni ho via via aumentato il suo indirizzo, sorprendendomi ogni volta della sua efficacia.
Mi piace condividere con voi tre esempi per me particolarmente significativi
Poche settimane dopo il terremoto dell’agosto 2016, mi trovavo ad Amatrice per una delle tante iniziative di aiuto per quelle terre (che sono le mie terre), quando udii una donna mormorare sottovoce: “Qui, persone che prima si evitavano, ora hanno iniziato a parlarsi”.
Questa semplice frase divenne per me la “provocazione” iniziale (vi ricordo che la “provocazione” costituisce il primo fattore del pensiero laterale di De Bono); decisi così di raccogliere questa provocazione e esplorarla con il journaling: nel tardo pomeriggio trovai un posto in disparte e, con il mio blocco di appunti e una penna, in poco meno di trenta minuti invasi quei fogli di idee, suggestioni, spunti.
Questo, se ci pensate, rappresenta il secondo decisivo fattore del pensiero laterale di De Bono: il “movimento”. In sostanza, il journaling è una tecnica per massimizzare il movimento!
Tre mesi dopo, quelle idee costituirono l’ossatura di un corso sul Dialogo, un corso rivolto a coloro (giovani in primis) che oramai sembrano non riuscire più a dialogare, immersi nelle conversazioni social.
In un anno quel corso ha visto ad oggi oltre cento partecipanti.
Nel 2012 ricevetti una mail da un mio amico. Quella mail divenne ancora una volta la “provocazione” a cui associare il “movimento” tramite il journaling. In due ore emerse l’ossatura di un racconto.
Quel racconto nel 2013 partecipò a un importante concorso letterario a Viareggio (per l’editore Edizioni CInquemaggio): 188 partecipanti dall’Italia e altri Paesi nel mondo. Vinse il primo premio
Un pomeriggio stanco stavo osservando mio figlio Leonardo giocare a Tris con Rita, mia moglie e sua madre. Ad un certo punto Leonardo chiese: “Ma quante combinazioni ci saranno?”
Questa fase divenne la provocazione. Il conseguente movimento (attuato con il journaling) mi portò a ideare un effetto magico che un anno dopo avrebbe vinto il primo premio in un concorso a Saint Vincent organizzato da Masters of Magic per la migliore idea magico-creativa dell’anno.
In questo link potete vedere una riduzione di quell’effetto magico (la mia creazione che vinse il premio era molto più articolata e destinata a uno spettacolo da teatro. In questo link potete vederne una semplificazione, presentata per una piccola TV locale): Mental Scanner
Rino Panetti